Teatro

6% - Cca na vota era tutta campagna

6% - Cca na vota era tutta campagna

Solo fino a domenica 21 marzo, al Teatro della Cooperativa di via Hermada 8 si può vedere il debutto nazionale di uno spettacolo scritto, diretto e interpretato da Domenico Pugliares, '6% - Cca na vota era tutta campagna'. L'autore ci ha messo tanti ricordi d'infanzia insieme ai racconti dei vecchi del paese, compresi i suoi familiari, tutti abitanti di una provincia attorno a Siracusa, una zona ricca di storia e di popolazioni che hanno preceduto i greci. E’ il racconto di un territorio attraverso i ricordi fievoli e leggeri di un bambino che rammenta i racconti dei vecchi. Qui le musiche sono di Fabio Pavan e Oltre il silenzio. Dalla seconda guerra mondiale in poi, le industrie petrolchimiche laggiù realizzate hanno aumentato il reddito e l'istruzione della popolazione ma hanno aumentato pure il tasso di inquinamento e le nascite con malformazioni genetiche, calcolate al triplo della media nazionale, all'incirca. Non tanto per contestare un certo tipo di progresso ma ideando un personaggio al quale nasce un bambino malformato, ecco che la storia voluta dal bravo Pugliares si sviluppa in monologo. Perché la realtà industriale, che ha mandato a scuola chi avrebbe potuto al massimo fare il pescatore, ha poi presentato il conto e il prezzo pagato da questa gente è stato alto, salato, amaro. La lingua siciliana è padrona perché il suo ritmo e i suoi colori non possono essere sostituiti con altro e la narrazione si sviluppa senza ansia: questa è solo del padre. “..Sugnu’n campagna e aspetto un pisci, picchi un pisci prima o poi arriva puru’n campagna…”. Senza nostalgia, solo constatando quello che esisteva e che ora non esiste più: il territorio di Augusta, e con essa Priolo e Melilli, è stato mortificato e avvilito da anni di industria petrolchimica che ha trasformato una delle coste più belle del mondo in un laboratorio a cielo aperto. Questo ha prodotto ricchezza e ha permesso che i figli dei contadini e dei pescatori diventassero operai, i figli degli operai diplomati e i figli dei diplomati “dutturi”… i dutturi de ficu.